Posa della prima pietra per lo spazio di Badia a Settimo, a Scandicci. Pranzo sociale e visita alla struttura per le 50 famiglie della Fondazione che toccano con mano, per la prima volta, i risultati di un impegno decennale per costruire un futuro per i propri figli.
La Fondazione di Partecipazione Ora con Noi è stata fondata alcuni mesi fa da quattro realtà del privato sociale del territorio: le due Humanitas di Firenze e Scandicci e due associazioni di familiari di disabili, Cui I ragazzi del Sole e la Casa dell’Iris.
Dare una risposta ai bisogni di residenzialità dei cittadini disabili, alle necessità di tempo libero e inserimento sociale e terapeutico è il primo obiettivo della Fondazione che da poco ha dato inizio ai lavori di ristrutturazione della sua prima struttura residenziale. Il primo piano di una palazzina che era una sala da ballo, sopra alla Casa del Popolo di Badia a Settimo, ospiterà a breve un centro residenziale rivolto a persone disabili. Dieci posti letto, più uno di sollievo e un diurno dove accogliere altri otto ospiti per poter svolgere laboratori, incontri, workshop.
Dalla nascita della Fondazione stiamo portando avanti, parallelamente ai lavori di ristrutturazione, un’indagine tra le famiglie per capire quelle che sono le esigenze e i bisogni più urgenti. Dopo quattro mesi di colloqui sono infatti una cinquantina le famiglie intervistate grazie alle quali abbiamo potuto fare una fotografia della realtà presente sul territorio (il 56% provenienti da Firenze, il 26% da Scandicci e poi da Sesto F.no, Badia a Settimo, Lastra a Signa e Prato) . Una fotografia che ritrae la difficoltà e le resistenze delle famiglie nel riuscire a pensare soluzioni alternative al modello assistenziale proposto fino ad ora. Difficile anche solo parlare di “Dopo di noi” e molti non hanno ancora provveduto all’individuazione di un tutore legale per i figli. Nonostante che il 64% dei padri, e il 70% delle madri di queste famiglie, siano di età compresa tra i 60 e i 79 anni dai colloqui emerge la difficoltà di pensare progetti personalizzati di autonomia per e con il figlio disabile. “Non ne abbiamo mai parlato con nostro figlio”, “Egoisticamente non vorrei che andasse mai via di casa”, “Adesso mi sembra troppo presto anche se sento che le mie forze non sono più quelle di una volta”: queste alcune delle testimonianze raccolte e che restituiscono lo specchio di questa difficoltà, di questa tensione tra voler garantire al proprio figlio/a un futuro migliore e allo stesso tempo doversi trovare da soli ad affrontare l’idea del percorso, nuovo, complesso, sconosciuto che porti all’inserimento in un luogo esterno all’alveo familiare.
L’appuntamento del 29 ottobre a Badia a Settimo, in via dell’Orto 7, ha permesso a queste 50 famiglie di verificare con i propri occhi che quello che è stato un sogno per decenni ora sta diventando realtà. Oltre a una visita guidata per verificare lo stato dei lavori e capire come si realizzerà il centro anche un pranzo sociale, come si farebbe a casa propria, in famiglia, per ribadire che c’è bisogno di un impegno forte da parte di tutti di fronte alla risoluzione di problemi così complessi.

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